Esistono due diverse tipologie di batteri utilizzati per la produzione degli inoculi:
- Batteri omolattici, che convertono gli zuccheri solubili del foraggio in acido lattico. Questi batteri si utilizzano per velocizzare e migliorare le fermentazioni iniziali, aiutando a raggiungere rapidamente un basso pH. Fra questi troviamo Lactobacillus plantarum, Pediococcus acidilactici, Enterococcus faecium e Lactobacillus salivarius.
- Batteri eterolattici, i quali convertono gli zuccheri solubili in acido lattico ed altri composti (acetico, glicole propilenico e/o acido propionico) che hanno una documentata funzione antifermentativa. Questi batteri riducono la carica di lieviti e muffe, aumentando la stabilità aerobica del foraggio, prevenendo cosi una crescita successiva anche di altri microrganismi nocivi (clostridi). Tra i batteri eterolattici troviamo i ceppi di Lactobacillus buchneri, Lactobacillus hilgardii e Propionibacterium acidipropionici.
Un inoculo per foraggi può contenere uno o più ceppi di batteri omolattici o eterolattici, oppure una combinazione di entrambe le tipologie di microrganismi.
La formula deve essere adeguata al tipo di foraggio, al contenuto di SS, zuccheri e proteine al momento della raccolta. Inoltre, i batteri lattici possono essere anche abbinati ad enzimi cellulosolitici (es. xilanasi, beta-glucanasi), i quali degradando cellulosa ed emicellulosa, sono in grado di rendere disponibile un maggior quantitativo di zuccheri solubili per una maggior produzione di acido lattico, migliorando inoltre la digeribilità della fibra.
Criteri principali
Prima di scegliere gli inoculi microbici per foraggi, è consigliabile tenere a mente i seguenti criteri.
- Obiettivi generali: l’inoculo deve essere specifico per il foraggio destinato ad essere insilato ad una determinata SS e maturazione, tenendo inoltre in considerazione le proprie esigenze (es: è necessaria l’apertura anticipata, ecc.).
- Approvazione del prodotto: prima di scegliere un inoculo, controllare sempre che il ceppo sia presente sul registro degli additivi dell’Unione Europea.
- Dati a supporto delle affermazioni: la formulazione dell’inoculo deve essere specificamente adattata alla tipologia di coltura ed ai problemi di insilamento ad essa correlati, per garantire la migliore conservazione dell’insilato. Quando si sceglie un inoculo, è importante verificare la reputazione del produttore, la durata di conservazione e le condizioni di stoccaggio. Verificare sempre che i riferimenti scientifici e tecnici forniti con un prodotto facciano riferimento al ceppo specifico.
- Specificità dei ceppi batterici: ogni ceppo batterico ha una sua identità genetica. I singoli ceppi batterici messi in commercio sono depositati con uno specifico numero di identificazione, esempio: L. buchneri NCIMB 40788. Non tutti i batteri sono uguali, anche se appartenenti alla stessa specie, e la loro efficacia degli tuttavia varia in base anche all’azienda che li produce.
- Qualità della produzione: la produzione di batteri vivi richiede competenze tecniche e rigidi controlli di qualità durante tutto il processo produttivo. Per uno sguardo all’interno degli impianti in cui gli inoculi per insilati vengono prodotti, guardare questo video.
- Confezionamento del prodotto: gli inoculi contengono prodotti vivi ed essiccati, sensibili al calore, all’umidità e all’aria. La confezione deve essere progettata per prevenire l’esposizione a questi elementi. Solitamente vengono utilizzate delle buste in alluminio/polietilene altamente protettive.
- Durata di conservazione e condizioni di stoccaggio: stoccare gli inoculi in base alle indicazioni relative alla conservazione del prodotto, per preservarne l’integrità.
- Idoneità della forma del prodotto: utilizzare inoculi in forma granulare a secco potrebbe essere più facile da applicare ma è meno efficace rispetto all’applicazione liquida, soprattutto a seconda della SS del foraggio.
- Tecnologia del prodotto nel serbatoio di applicazione: nel tempo, la vitalità dei batteri dopo la diluizione dipende dalla formula dell’inoculo e dalla tecnologia di produzione. Il prodotto dovrebbe rimanere in sospensione, dopo la diluizione, per prevenire un’applicazione non uniforme.
- Supporto tecnico: cercare i produttori che forniscono anche supporto tecnico al prodotto, qualora sorgano delle difficoltà.
L’etichetta del prodotto dovrebbe indicare chiaramente la concentrazione di batteri, la denominazione della o delle sostanze attive, l’approvazione ufficiale, le precauzioni per l’uso, la stabilità, la data di produzione, il numero di lotto e il peso netto. Anche la durata di conservazione e le condizioni di stoccaggio dovrebbero essere indicate.
Se il prodotto contiene enzimi, dovrebbero essere dichiarati i livelli garantiti, e dovrebbero esser gli stessi di quelli utilizzati nelle prove scientifiche, per convalidare l’efficacia del prodotto. Se non vengono forniti i livelli garantiti di enzimi, è meglio presupporre che non siano presenti.
Esempio di etichetta statunitense di un inoculo per foraggi, con i componenti principali:
Unità formanti colonie (UFC)
I microrganismi sono molto piccoli e difficili da contare individualmente. Il conteggio dei batteri è espresso in UFC (Unità formanti colonie) per grammo di foraggio fresco trattato o per grammo di prodotto. Le UFC rappresentano il numero di batteri vivi ed efficacemente attivi sul foraggio.